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Snowboard: tecnologia delle tavole soft
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Snowboard: tecnologia delle tavole soft
Pubblicato il 15/05/2011
(ultima modifica: 27/11/2014)
Dalla nascita dello snowboard sono state introdotte svariate tecnologie per facilitare la "surfata", aumentare il controllo e migliorare la sensazione di riding sui vari tipi di neve.
Se nel passato le prime rudimentali tavole erano delle assi dritte e appuntite sul nose in chiaro stile surfistico si è poi passati a quello che era e ancora rimane uno dei migliori standard mai concepiti: sciancratura convessa al centro (forma a biscottino) e ponte (camber) rialzato al centro che si schiaccia a terra col peso del rider: il "traditional camber".
L'altro grande standard che ha preso il sopravvento negli ultimi anni è il cosiddetto reverse camber e a renderlo famoso è stata la celebre "Skate Banana".

Andiamo ad analizzare nel dettaglio le tecnologie che negli anni hanno fatto evolvere lo snowboard...

SHAPE (forma) e SIDECUT (sciancratura) e lunghezza della tavola
La lunghezza di una tavola è relativa ad altezza e peso del rider e finalità e stile del riding.
Una tavola lunga aiuta il galleggiamento in neve fresca e nel carving estremo ma è penalizzante in park e nei giochi in pista.
Una misura media, ne troppo lunga ne troppo corta, può essere l'ideale per una tavola all-mountain, inoltre se la tavola è provvista di tecnologie come magne-traction (che aumenta la presa di lamina) e/o rocker, solitamente si possono scegliere tavole ulteriormente più corte di 3/6 cm.
Vedi la tabella seguente per avere un'idea della compatibilità tra lunghezza della tavola e profilo del rider.

Le prime tavole, a partire da quelle rudimentali erano per lo più direzionali e con sciancratura nulla o quasi: erano una trasposizione del surf dal mare alla montagna.
La forma che si è affermata maggiormente è riconducibile a quella di un biscottino (biscottino di Novara / Pavesini): quindi punte arrotondate, e un asse con un "morso" per ogni lato al centro. Di solito è misurato dal raggio di uno o più cerchi: sciancrature più profonde (raggio piccolo) permettono di controllare meglio le curve ad alte velocità e compiere curve più strette, mentre un raggio di curvatura maggiore (quindi una sciancratura meno accentuata) agevola negli atterraggi dei salti, rendendo la tavola più stabile e controllabile.
Da questa forma generica poi si possono sagomare alcuni "standard" appositamente concepiti per migliorare le prestazioni in determinate condizioni:
  • true twin (per un utilizzo freestyle in park, in particolare in pipe): se divisa a metà sia sull'asse longitudinale che su quello trasversale, entrambe i lati risultano speculari
  • directional / directional twin (concepita per unire il freestyle al freeride): risultano simmetriche solo se divise dall'asse longitudinale, mentre punta e cosa sono differenti, sia per la forma atta ad agevolare solitamente le discese in fuoripista sia per il flex solitamente più rigido in coda, infatti solitamente prevedono un setback (arretramento) degli attacchi verso la coda
  • coda di rondine (concepita per il freeride): forma a punta e con coda "bucata" a ricordare la coda di una rondine, per un miglior galleggiamento in neve fresca

Mentre la sciancratura può essere:
  • Radiale: stesso raggio sia su lato toeside che heelside
  • Progressivo: comune nella tavole direzionali, la curva è più simile ad una parabola, in cui in coda è presente un raggio più stretto che mano a mano si apre nell'avvicinamento alla punta.
  • Multiplo: curva ottenuta dalla combinazione di raggi diversi
  • Asimmetrico: è una sciancratura studiato in maniera tale da ergonimizzare lo stile di riding alla biomeccanica umana. In parole povere il "morso" lato "heelside", cioè dei talloni è più marcato: un raggio di sciancratura più stretto rispetto a quello frontside che rende le due curve (backside e frontside) molto più simili fra loro poiché solitamente la curva backside è più difficile da "chiudere" essendo biomeccanicamente più difficile schiacciare coi talloni rispetto all'avampiede.

Lunghezza della tavola in base al peso del rider


Peso Rider (LB) Peso Rider (Kg) Dimensioni tavola (cm)
/ 50 / 23 90 100
50 60 23 27 105 115
60 70 27 32 115 125
70 80 32 36 125 135
80 90 36 41 135 140
90 100 41 45 138 144
100 110 45 50 140 146
110 120 50 54 142 148
120 130 54 59 144 149
130 140 59 63 146 152
140 150 63 68 148 154
150 160 68 73 151 157
160 170 73 77 152 158
170 180 77 82 153 159
180 190 82 86 155 161
190 200 86 91 157 163
200 210 91 95 158 165
210 220 95 100 159 167
220 / 100 / 160 168



Lunghezza della tavola in base all'altezza del rider
Formula per un primo calcolo della lunghezza ideale: "propria altezza in cm x Y" dove Y è pari ad un valore compreso tra 0,85 e 0,90 (ovvero circa l'85-90% dell'altezza della persona)


Altezza rider Lunghezza tavola
Ft/In Cm Cm
3'7" 109cm 90-105
4'1" 124cm 110-120
4'6" 137cm 115-130
4'10" 147cm 125-135
5'1" 155cm 130-140
5'3" 160cm 135-145
5'4" 163cm 140-150
5'5" 165cm 145-152
5'6" 168cm 148-153
5'7" 170cm 150-155
5'8" 173cm 152-155
5'9" 175cm 153-157
5'10" 178cm 154-159
5'11" 180cm 155-160
6'ä 183cm 156-162
6'1" 185cm 157-163
6'2" 188cm 158-166
6'3" 191cm 159-167
6'4" 193cm 160-170



CAMBER (PROFILO longitudinale) e profilo trasversale
In italiano camber si traduce con curvatura o arcuatura, e rappresenta la piegatura della tavola in senso longitudinale: grazie a questa piegatura si gestiscono i punti di contatto con il suolo: le zone di appoggio e quindi la lamina effettiva dipendono da questo profilo.
In senso trasversale (da una lamina all'altra) la tavola è piatta, TBT a parte come si vedrà di seguito.
Elenco dei principali profili:
  • Traditional Camber
    Sinonimi/traduzioni: camber, camber positivo, ponte classico
    Questo camber si può paragonare ad un "ponte" (e in effetti cos¨¬ viene solitamente chiamato). In sostanza se appoggiata a terra, la tavola rimarrà sollevata al centro e poggerà nelle zone prossime alla massima larghezza di punta e coda (dove termina la sciancratura): è una forma convessa.
    Solitamente questa tipologia di profilo consente un passo (distanza tra gli attacchi) inferiore rispetto ad altri profili, in quanto il peso del rider è necessario a schiacciare al suolo la parte centrale della tavola. Una buona "sciancratura" e una buona velocità in curva tuttavia, tendono a schiacciare a terra la parte centrale della tavola anche con passi larghi.
    Il ponte dona alla tavola elasticità per un buon pop in coda e punta consentendo di effettuare ollie e nollie con poca fatica delle gambe (basta una buona tecnica), inoltre l'ampia superficie di contatto delle lamine, in particolare in curva, garantisce grande stabilità ad alte velocità.
    E' possibile che la tavola preveda un "setback", ovvero la possibilità di arretrare l'attacco posteriore indietro verso la coda, in modo da facilitare la surfata in neve fresca e diminuire l'affaticamento della gamba posteriore.
    Rimangono la scelta principale per rider esperti, per chi ama domare la tavola in pista e per chi affronta grossi kicker.

  • Reverse Camber
    Sinonimi/traduzioni: camber negativo, ponte inverso, rocker
    Come ci fa intuire il nome è l'esatto contrario della forma convessa, quindi la curvatura è concava. Il punto di contatto è rappresentato dal centro della tavola, mentre punta e coda si alzano. Sono tavole meno reattive di quelle con ponte classico: il flex più morbido e la minore presa di lamina favoriscono l'uso "giocoso" in pista per i cosiddetti "jibbers".
    Con questo profilo viene penalizzata la tenuta in pista soprattutto ad alte velocità e il pop (restituzione della forza elastica), rendendo la tavola più "burrosa" (come si dice in gergo): tuttavia vi sono marchi che per sopperire a queste note negative agiscono integrando altre tecnologie (magne-traction, carbon arrays, ecc.. vedi i capitoli "Lamina" e "Rinforzi").
    Il galleggiamento in neve fresca è nettamente superiore alle tavole con traditional camber e rispetto a queste ultime è possibile utilizzare tavole di lunghezza inferiore.
    Ottime per iniziare ma estremamente divertenti per qualsiasi tipo di rider.

  • Flat Camber
    Sinonimi/traduzioni: zero camber, no camber, ponte piatto
    Il profilo piatto è ottimizzato per l'utilizzo in jibbing, sia in pista che su strutture come box e rail, o semplicemente per chi è agli inizi. Offrono un'ottima stabilità grazie all'ampia superficie di scorrimento e se sollecitate hanno una risposta elastica più dolce rispetto al ponte classico: è una via di mezzo tra il Traditional Camber e il Reverse Camber.

  • Triple Base Technology (TBT)
    Sinonimi/traduzioni: tripla base, side rocker
    Questa innovativa tecnologia ha unito al rocker tradizionale nel senso longitudinale della tavola (dopo gli attacchi) anche un rocker in senso traversale (dopo gli attacchi).
    Longitudinalmente rimane il classico camber a ponte e piatta trasversalmente da una lamina all'altra (tra gli attacchi)
    Questo sistema permette alla tavola una maggiore giocosità, un cambio lamina più morbido e scongiura la presa di lamina quando il trick non è impostato alla perfezione. Queste tavole possiedono un ottimo pop e un buon galleggiamento in neve fresca: chiaramente la casa fornisce diverse varianti per sfruttare al meglio le diverse condizioni di neve e i diversi stili di discesa.

  • Hybrid Profile
    Sinonimi/traduzioni: ibrido, doppio ponte, combination of camber, cambered medley, dual camber
    In questa categoria ci finiscono tutte le altre tavole: ovvero quelle che combinano le tecnologie precedentemente elencate per unire i rispettivi pregi.
    E' comune trovare questi profili:
    • rocker - flat camber - rocker
    • rocker - traditional camber - rocker - traditional camber - rocker
    • rocker - traditional camber - rocker
    Le geometrie chiaramente cambiano sempre in base ai vari modelli, case produttrici e relativi brevetti.

  • Punta e coda sono sempre rialzata per favorire lo scivolamento in pista e soprattutto in neve fresca: la curvatura dipende dal modello e dalla casa produttrice. Solitamente nelle tavole dotate di rocker raggiungono il punto più alto salendo più dolcemente.




MATERIALI

I materiali utilizzati nella costruzione determinano due caratteristiche principali: flex/pop (flessibilità/risposta elastica) e peso della tavola.

Tavole più flessibili restituiranno più facilmente forza elastica (per esempio negli ollie), e saranno più facili da gestire nel cambio lamina e per trick (buttering) in pista e rail, ma sarà meno stabile alle alte velocità. Ottime per jibbers e principianti.
Tavole più rigide invece sono migliori per andare veloce e "saltare grosso" (affrontare grossi kicker e drop). Sono la scelta numero uno dei pro snowboarder che necessitano di tracciare linee precise e avere un'ottima tenuta negli atterraggi.

Le tavole leggere, utilizzando materiali di alta qualità sono solitamente molto più costose.


  • Topscheet (strato superiore): è la parte in alto della tavola che noi vediamo quando ci siamo sopra. Può essere realizzato in plastica, resine, fibre di vetro (o misture di questi) o altri materiali particolari come fagioli di soia (Libtech), Canapa (Giro). E' trasparente per permettere l'inserimento di una stampa grafica o direttamente verniciata esternamente: tutto ciò influisce sul flex finale della tavola.
  • Strengthening Rods (barre di rinforzo): alcune tavole sono provviste di profilati di carbonio (es. i "Carbon Array" di Ride) o altri materiali sulla parte esterna del nucleo: questi aggiungono rigidità, resistenza e tonicità. Molte aziende ora utilizzano materiali ecocompatibili per un maggior rispetto dell'ambiente, anche se gli strati che rivestono il nucleo sono ancora normalmente realizzati in fogli di fibra di vetro. Questi ultimi sono disposti lungo una griglia che può essere bi-assiale, tri-assiale, quadri-assiale. Questi contribuiscono al flex della tavola e alla resistenza alle torsioni longitudinali: in generale, più assi si utilizzano e più sarà resistente. Il numero di strati di lamine in fibra di vetro o di eventuali rinforzi sono a discrezione del produttore e della tipo di tavola prodotta, e le varie composizioni determinano forza e pop della tavola (maggiore è il numero e maggiore è la resistenza a flessione e torsione). Alcuni produttori inseriscono ulteriori rinforzi alla tavola, come gli "impact plates" in metallo in corrispondenza degli attacchi, per assorbire gli impatti negli atterraggi e le vibrazioni.
  • Core (nucleo): è l'anima dello snowboard. Solitamente composto da fasci di legno incollati insieme. La tipologia del legno conferisce proprietà differenti di flessibilità e peso, e spesso si combinano tipologie diverse e con collocazioni differenti lungo la tavola per ottenere le migliori proprietà di ogni legno nei "punti giusti". I legni più usato sono Poplar (pioppo) e Aspen (pioppo tremulo). Alcune tavole molto costose sono fabbricate con materiali interamente sintetici, come il Nomex Core (a nido d'ape) utilizzato sulle Palmer.
  • SideWalls & Edges (fianchi e lamine): le pareti laterali mantengono chiudono le parti centrali della tavola e possono aiutare a smorzare le vibrazioni causate dalle alte velocità e dalle increspature nella neve. Possono essere costruiti in ABS (Acrilonitrile butadiene stirene) o in uretano, come i SlimeWalls di casa Ride, materiale pià "gommoso" molto utilizzato per la fabbricazione di ruote da skateboard.
  • Base (soletta): sono quasi tutte fatte di un materiale in polietilene noto con il marchio P-Tex . Esse possono essere suddivise in due grandi categorie:
    - basi estruse: sono fatte da spremitura di P-Tex su una macchina come fogli di lasagne. Queste sono economiche da produrre, resistenti e facili da riparare, ma generalmente non scorrono veloci sulla neve.
    - basi sinterizzati: sono fatte da macinazione di P-Tex in granuli che vengono poi fuse insieme. Assorbono meglio la cera (sciolina) e sono più veloci delle basi estruse, ma richiedono una manutenzione più regolare.


Autore:
Nicola Turco
Galleria Fotografica


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