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(Salvamento) Il sistema cardiocircolatorio
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(Salvamento) Il sistema cardiocircolatorio
Pubblicato il 08/01/2013
(ultima modifica: 22/04/2014)
L'apparato circolatorio svolge il compito di trasportare alle cellule ossigeno, sostanze nutritive, anticorpi, ormoni e di allontanare i prodotti di rifiuto. É formato dal cuore, dalle arterie, dalle vene e dai capillari.

Cuore
È un muscolo cavo che funziona come una pompa che spinge il sangue in tutto il corpo attraverso il sistema circolatorio (figura 1).
Ha una forma piramidale, di solito con la punta rivolta in basso e leggermente deviata a sinistra. Il cuore si trova al centro del torace, ha lo sterno davanti e i polmoni lateralmente e dietro ed è adagiato sul diaframma. È rivestito da una membrana che prende il nome di pericardio ed è irrorato dalle arterie coronarie.
Il cuore è composto da quattro cavità: per ogni lato si trovano un atrio (la cavità alla quale arriva il sangue) ed un ventricolo (la pompa vera e propria). l due ventricoli sono separati da una parete muscolare detta setto interventricolare. Ogni ventricolo ha una valvola in entrata (tricuspide per il ventricolo destro, mitrale per il sinistro) e una valvola in uscita. Queste ultime sono poste alI'inizio delle arterie e sono dette ”semilunari":la valvola semilunare polmonare è situata all'uscita del ventricolo destro all'imbocco dell'arteria polmonare; la semilunare aortica all'uscita del ventricolo sinistro, all'imbocco dell'aorta.
Tutte le valvole sono unidirezionali: si aprono per consentire il flusso del sangue in una solo verso (in avanti). Un cattivo funzionamento valvolare può causare un flusso all'indietro (insufficienza valvolare), mentre se le valvole non si aprono bene per delle lesioni a livello dei lembi valvolari, si parla di stenosi. Spesso si associano le due condizioni e si parla di steno-insufficienza. Nei casi suddetti il sangue rigurgita causando un rumore particolare che viene definito dai medici "soffio cardiaco”.

Piccola e la grande circolazione
Il cuore può essere anche considerato come l'unione di due pompe: il cuore destro, costituito dall'atrio e dal ventricolo di destra e il cuore sinistro, costituito dall'atrio e dal ventricolo di sinistra. Quando il ventricolo si contrae (fase della sistole) il sangue viene spinto nelle arterie, quando il ventricolo si rilascia (diastole) viene riempito di sangue (circa 70 ml per il ventricolo sinistro). La quantità di sangue spinta in circolo ad ogni sistole si chiama gittata sistolica. Il sangue scorre contemporaneamente attraverso due differenti percorsi: la piccola e la grande circolazione (figura 2).

Piccola circolazione
Nell'atrio destro arrivano le due vene cave (superiore ed inferiore) che fanno arrivare il sangue proveniente dal corpo.
Successivamente il sangue entra nel ventricolo destro il quale si contrae: si ha la chiusura della valvola tricuspide che impedisce al sangue di tornare indietro. Nello stesso istante la valvola polmonare si apre, facendo scorrere il sangue nell'arteria polmonare in direzione dei polmoni. All'interno dei polmoni avviene lo scambio gassoso tra l'aria e l'anidride carbonica (il sangue cede anidride carbonica e riceve ossigeno).
Da ogni polmone escono due vene polmonari che arrivano nell'atrio sinistro.

Grande circolazione
Il sangue ossigenato che proviene dai polmoni raggiunge prima l'atrio sinistro e da qui viene immesso nel ventricolo sinistro, che si contrae. Si chiude la valvola mitrale, si apre la valvola semilunare dell'aorta e il sangue viene immesso in circolo attraverso le arterie del corpo. Dopo aver ceduto l'ossigeno ed avere ricevuto |'anidride carbonica, il sangue torna al cuore (atrio destro) tramite il sistema venoso ed il ciclo ricomincia.

Controllo della frequenza cardiaca
Il cuore si contrae in modo automatico, indipendentemente dalla volontà. Un sistema di circuiti nervosi ed ormonali controlla la frequenza e la forza con cui il cuore si contrae. In condizioni di riposo il cuore pulsa alla frequenza di circa 70 battiti al minuto. La frequenza cardiaca è minore negli atleti (può scendere anche sotto 50 battiti) e maggiore nei bambini (circa 100 battiti è normale a sei anni di età).
Se il cuore non fosse innervato o sotto l'effetto degli ormoni, esso pulserebbe nell'adulto a circa 130 battiti al minuto. Quindi in condizioni normali il battito cardiaco viene rallentato. Ciò avviene ad opera del nervo vago che fa parte della sezione parasimpatica del Sistema Nervoso Autonomo. La stimolazione del nervo vago, più in generale la stimolazione parasimpatica, ha quindi l'effetto di rallentare il battito cardiaco (come avviene nel riflesso da immersione). Invece il sistema simpatico e l'ormone adrenalina fanno aumentare la frequenza cardiaca e anche la forza di contrazione del cuore. Come per tutte le strutture muscolari, la contrazione del muscolo cardiaco è preceduta, e scatenata, da uno stimolo elettrico. L'attività elettrica del cuore viene registrata e studiata con l'elettrocardiogramma (ECG).

Vasi sanguigni
Il sangue circola nei vasi sanguigni (vaso è il termine anatomico per indicare una "conduttura" in cui circola del liquido) che si dividono in arterie, capillari e vene.
Le arterie partono dal cuore e si dirigono in tutto il corpo; sono robuste ed elastiche in modo da poter trasmettere al sangue l'impulso dato dal cuore. Sono situate quasi tutte in profondità nei tessuti, ad eccezione di quelle che scorrono vicino alle tempie, ai polsi, al collo ed alle caviglie: appoggiando la mano in queste zone è possibile avvertire le pulsazioni del cuore.
I capillari sono vasi molto sottili attraverso i quali i globuli rossi effettuano gli scambi gassosi con le cellule. Il sangue cede le sostanze nutritizie e l'ossigeno e si accolla le sostanze di rifiuto.
Le vene sono vasi sanguigni che vanno dai capillari al cuore; sono dotate di una parete poco elastica ed il sangue vi circola molto lentamente ed a bassa pressione. Se vengono tagliate, le pareti si afflosciano, ostacolando la fuoriuscita del sangue.
In zone declivi del corpo hanno al loro interno delle valvole "a nido di rondine" che impediscono al sangue di tornare indietro per effetto della forza di gravità.

Sangue
Il sangue può essere considerato un tessuto, anche se fluido ed è costituito da una parte liquida (plasma) e da una cellulata (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Nell'uomo adulto rappresenta circa l'8% del peso corporeo (70 kg = 5,6 litri; 100 Kg = 8 litri). Quando è esposto all'aria e quando viene in contatto con strutture che non siano la superficie interna intatta dei vasi sanguigni, il sangue coagula in una massa gelatinosa. Se la coagulazione è impedita (in genere a causa di sostanze chimiche), la parte cellulata del sangue precipita, separandosi dalla parte liquida. In una colonna di sangue così trattata si riconoscono 3 strati: uno profondo rosso (globuli rossi: 40-45%), uno intermedio grigio (globuli bianchi e piastrine: 1%) e uno superficiale giallognolo, liquido (plasma: 50-54%). L'ematocrito è la percentuale cellulata del sangue.
Il sangue serve sostanzialmente da trasportatore. Distribuisce sostanze chimiche, gas, calore, ormoni. Relativamente ai gas trasporta ossigeno dai polmoni alle cellule e preleva anidride carbonica dalle cellule verso i polmoni attraverso i quali viene eliminata.

Emodinamica
Nella meccanica della circolazione (emodinamica) affinché il sangue giunga ai tessuti periferici in sufficiente quantità deve avere
un'adeguata pressione.
Il sangue tende a scorrere da una zona a pressione maggiore verso una a pressione minore. La pressione generata dalla contrazione ventricolare viene detta pressione sistolica (0 massima), mentre la pressione esistente durante il rilasciamento viene detta diastolica (o minima).
La pressione che si misura al braccio è equivalente a quella che si ha all'inizio del sistema arterioso e si misura in millimetri di mercurio (mmHg). I valori normali sono quelli inferiori a 140/90 (dove 140 è la pressione sistolica e 90 quella diastolica). La pressione arteriosa, e anche la differenza tra la pressione minima e quella massima, diminuisce progressivamente allontanandosi dal cuore. A livello dei capillari è di circa 10-30 mmHg e a livello delle vene tende progressivamente a zero man mano che ci si avvicina al cuore.
Se la pressione diminuisce in modo improvviso si possono avere situazione di diminuita ossigenazione delle varie strutture del nostro organismo che possono subire dei danni anche irreversibili.

Polso
Il polso si può rilevare dove le arterie si trovano nella posizione di essere compresse contro una superficie sufficientemente rigida da poter apprezzare (se la pressione è sufficiente) l'attività della pompa cardiaca. È importante sapere dove è più facile apprezzarlo. Si hanno polsi centrali e periferici in relazione all'importanza del distretto a valle che viene vascolarizzato.
Il polso centrale per eccellenza è quello legato all'arteria carotide comune nel punto in cui si biforca in carotide esterna e interna (applicando i polpastrelli delle dita lungo la linea intermedia tra il pomo d'Adamo e la superficie laterale del collo). I polsi periferici sono in varie sedi dell'arto superiore ed inferiore, il più utilizzato è quello radiale (viene palpato in corrispondenza dell'articolazione del polso e nella zona prossima al palmo della mano in corrispondenza della zona esterna (radio). Nella persona adulta a riposo la frequenza del cuore, e quindi il polso, è ritmica, con una frequenza compresa tra i 60 ed i 100 battiti al minuto.


Le principali funzioni del sangue
  • trasporto dell'ossigeno e dell'anidride carbonica attraverso i globuli rossi. Questo avviene grazie ad una particolare proteina contenuta nei globuli rossi: l'emoglobina;
  • trasporto di acqua e nutrimento per mezzo del plasma;
  • distribuzione degli ormoni ed enzimi;
  • riparazione di ferite attraverso la coagulazione ad opera delle piastrine;
  • protezione dell'organismo dalle infezioni grazie alla difesa operata dai globuli bianchi;
  • trasporto dei prodotti di rifiuto dai tessuti agli organi escretori (rene e fegato);
  • distribuzione del calore generato dall'attività muscolare;
  • trasporto del calore alla cute per permettere il raffreddamento del corpo.

Pressione arteriosa, dipende da:
  • resistenze periferiche totali, cioè le resistenze che si oppongono alla circolazione del sangue. Esse sono legate all'attrito che viene a crearsi fra ii sangue e le pareti dei vasi e ai diametro dei vasi stessi (se ii diametro diminuisce la pressione aumenta come nella vasocostrizione; il contrario avviene nella vasodilatazione);
  • gittata cardiaca, cioè la quantità di sangue (espressa in ml) che viene messa in circolo ogni minuto. Essa corrisponde alla gittata sistolica (circa 70 mi a riposo) moltiplicato la frequenza cardiaca (circa 70 battiti ai minuto sempre a riposo). Quindi, in queste condizioni, essa corrisponde a circa 5 litri ai minuto (70 ml x 70 = 4900 ml).

COME SI MISURA LA PRESSIONE?
La pressione sanguigna si può misurare in modo non invasivo con uno strumento denominato sfigmomanometro. È costituito da un manicotto pneumatico rivestito di stoffa, che si avvolge intorno al braccio del paziente. Il manicotto è connesso a due tubi: uno ad un mano-metro a mercurio e l'altro ad una pompa manuale munita di valvola di scarico. Usando uno stetoscopio si può percepire il valore pressorio sotto forma di tono (figura 3).

Esecuzione
  • far sdraiare il paziente, almeno per un paio di minuti, con il braccio libero da indumenti;
  • fissare il manicotto appena sopra la piega del gomito;
  • posizionare la membrana dello stetoscopio sulla piega del gomito (mai metterla sotto il manicotto!);
  • introdurre gli auricolari del fonendoscopio nelle proprie orecchie, palpare il polso radiale;
  • chiudere la valvola del manometro e gonfiare il manicotto fino a 30 mmHg dopo che il polso radiale non è più palpabile;
  • ridurre la pressione aprendo lentamente la valvola, non appena si è percepito (con lo stetoscopio) il primo tono si ha il valore della pressione sistolica;
  • diminuire ancora lentamente la pressione del manicotto quando si percepisce l'ultimo tono si ha il valore della pressione diastolica;
  • lasciar uscire il resto dell'aria dal bracciale ed eventualmente ripetere la misurazione
  • togliere il manicotto.
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