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Azione coaptante della cuffia dei rotatori sulla testa dell'omero
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Azione coaptante della cuffia dei rotatori sulla testa dell'omero
Pubblicato il 03/01/2012
(ultima modifica: 22/04/2014)
La spalla é l’articolazione più mobile di tutto il corpo umano. La sua azione esplora ben tre piani di movimento, grazie ai suoi tre assi fondamentali (asse trasversale, asse antero-posteriore, asse verticale), ed é finalizzata al posizionamento della mano all’interno dello spazio.
Per evitare imprecisioni é opportuno evidenziare che quando si parla di complesso articolare di spalla non ci si riferisce ad una singola articolazione, bensì ad un gruppo composto da ben cinque articolazioni di cui tre “vere” (scapolo-omerale, acromio-clavicolare, sterno-costo-clavicolare) e due “false” (sotto-deltoidea, scapolo-toracica). Le cosiddette articolazioni “vere” si distinguono per il tratto caratteristico del contatto anatomico fra due superfici di scivolamento cartilagineo che uniscono in maniera mobile due monconi ossei. Diversamente le articolazioni “false” non sono articolazioni in senso anatomico, ma in senso fisiologico poiché presentano due superfici di scivolamento vicine fra loro. (2)
In particolare la stabilità dell’articolazione scapolo-omerale é garantita oltre che dal cercine fibro-cartilagineo, che riveste il bordo della glenoide, anche da alcuni muscoli della cuffia dei rotatori, che agendo trasversalmente coattano la testa dell’omero all’interno della glena. Basandosi su questa affermazione si possono riconoscere i muscoli che svolgono questa funzione, quali i muscoli che compongono la cuffia dei rotatori (sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo, sottoscapolare), a cui si aggiunge il muscolo bicipite brachiale, il cui capo lungo, contraendosi in flessione del braccio e decorrendo nel solco intertubercolare dell’omero, spinge la testa di quest’ultimo all’interno della glena. Inoltre i muscoli longitudinali impediscono alla testa dell’omero di lussarsi inferiormente se sottoposta ad un carico generico. Recenti studi elettromiografici hanno dimostrato che in realtà questi muscoli intervengono solo se la testa dell’omero é sottoposta a carichi gravosi, mentre in condizioni normali la lussazione é impedita dalla porzione inferiore della capsula articolare. Per quanto riguarda la lussazione superiore é impedita dalle strutture ossee dell’acromion e del processo coracoideo che, solo se distrutte, portano a lussazione completa dell’articolazione gleno-omerale.
Alcuni autori riconoscono un ruolo coattante alla pressione atmosferica che agisce non tanto a livello della glena, ma sulla cuffia dei muscoli periarticolari. (1) Tuttavia un eccessivo tono-trofismo o uno squilibrio muscolare di uno o più muscoli che stabilizzano l’omero, può portare ad un meccanismo patologico di spalla, compressione dei tessuti molli e conseguenti rotture della cuffia dei rotatori ottenendo un risultato tutt’altro che benefico. Un tono-trofismo muscolare eccessivo o uno squilibrio muscolare portano la testa dell’omero a traslare all’interno della glena in direzione del muscolo più forte, alterando la neutralità fisiologica articolare e il centro di rotazione di quest’ultima. A questo proposito in seguito ad un’attività fisica che ha coinvolto gli arti superiori, é sempre opportuno stirare tutti i muscoli che compongono la cuffia al fine di ottenere un’azione de-coaptante della testa dell’omero nella glenoide.
L’esercizio del pendolo effettuato con una cavigliera legata al polso consente di stirare tutti i muscoli della cuffia dei rotatori donando fiducia e sollievo al soggetto. L’escamotage della cavigliera é di basilare importanza poiché consente di non impugnare un carico evitando di reclutare i muscoli flessori del braccio e del muscolo intrarotatore sottoscapolare rilassando e stirando veramente la cuffia dei rotatori. Pertanto é consigliabile effettuare qualche minuto di questo esercizio a fine seduta, quando si lavora intensamente sulla porzione appendicolare superiore.


Autore:
Francesco Mondonico

Fonte/Bibliografia:
1- “Fisiologia articolare” Kapandji
2- “Atlante di anatomia” Frank Netter
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